Toyota ha confermato un nuovo piano di sforzi finanziari sull’investimento della sua “auto intelligente”, in collaborazione con il Mit e con la Stanford University. Un nuovo piano che conferma la volontà della compagnia giapponese di intraprendere con successo la strada delle auto a guida autonoma, cercando di interpretare a suo modo l’applicazione delle tecnologie di intelligenza artificiale nella mobilità. Per far ciò, la compagnia nipponica ha varato 50 milioni di dollari di nuovi impieghi, da destinare allo sviluppo di nuove tecnologie di assistenza avanzata al volante.
Ad ogni modo, la volontà di Toyota – almeno, sul breve termine – non è affatto quella di realizzare delle auto a guida completamente autonoma, il cui sistema robotico è in altri termini utile per potersi sostituire al guidatore. In realtà la compagnia asiatica mira a sviluppare un proprio sistema di intelligenza artificiale che “affianchi” il conducente, entrando in funzione solamente quando è necessario (ad esempio, quando l’autista si distrae, o c’è un caso di emergenza).
L’obiettivo di Toyota è naturalmente quello di ridurre il rischio di incidenti, incrementando la sicurezza a bordo. Un approccio che quindi sembra essere notevolmente diverso da quello che è ad esempio stato introdotto da Google, che punta a passare a un sistema in cui è l’auto – attraverso il suo hardware e software – a guidarsi totalmente da sola.
Stando a quanto comunica il Mit, che sta collaborando proattivamente con Toyota allo studio di tale nuova tecnologia, l’impiego dei giapponesi servirà ai ricercatori per poter studiare il comportamento dei conducenti, elaborando dunque un’intelligenza artificiale più complessa, che può apprendere le abitudini di guida dell’utilizzatore del veicolo e, dunque, comprendere quando è il caso di entrare in azione, sulla base di diversi parametri di valutazione che verranno costantemente monitorati, e sulla base degli ordini che verranno impartiti dall’essere umano.