Il mondo di oggi cambia alla velocità della luce e siamo sempre pronti a nuove esperienze, anche digitali e non reali. Come quelle offerte dalla realtà virtuale e dalla realtà aumentata. Ma di che si tratta? Sono la stessa cosa? Evidentemente no, si tratta di due fenomeni connessi ma diversi. I prodotti relativi a questi due fenomeni sono sempre più diffusi e sempre più ricercati anche dalla gente comune. Cerchiamo di capire le differenze.
Per realtà virtuale intendiamo la creazione di una realtà ‘immersiva’ ed alternativa a quella che viviamo veramente, nel quotidiano. La realtà virtuale nasce nel 1970 circa, con i primi visori, assai primitivi. Nel 1989 Jaron Lanier, pioniere del fenomeno, crea il termine che usiamo ancora oggi.
La realtà virtuale permette quindi di ricreare un ambiente del tutto realistico, nel quale si interagisce per mezzo dei sensi: l’udito, la vista ed anche il tatto. La possibilità di interagire con una realtà virtuale è data dall’utilizzo degli appositi strumenti: il visore, che può avere diverse dimensioni e forme e permette di vedere un mondo ricostruito; i guanti e la tuta, se si vuole rendere l’esperienza anche tattile.
Quello che si vede per mezzo del visore è una realtà graficamente ricostruita, che dà al nostro cervello un’idea di dimensione e spazio proprio come quella reale, ‘ingannandolo’.
In questo settore possiamo trovare tantissimi prodotti di ultimo livello. La realtà virtuale si utilizza sia per scopo ludico che, per esempio, nella riabilitazione sia psichica che motoria, ed anche in chirurgia in certi casi.
Diverso, invece, è il caso della realtà aumentata.
La realtà aumentata differisce da quella virtuale sia per il suo scopo che per il funzionamento.
Questo fenomeno nasce intorno al 1968, come la realtà aumentata, ma solamente negli anni ’90 vengono messi a punto strumenti efficaci per usarla.
La realtà aumentata, come da nome, si pone lo scopo di ‘arricchire’ la realtà con informazioni supplementari utili per comprendere meglio il mondo che ci sta davanti.
Sostanzialmente l’utente indossa un visore che gli permette di sovrapporre al mondo (reale) che vede tutte le informazioni necessarie.
Applicazioni in questo campo si sprecano: basta pesare ai visori tecnologici di realtà aumentata che vengono usati dai militari, o dai piloti degli aerei, in modo da avere sott’occhio in tutti i sensi ogni informazione basilare circa ciò che li circonda, senza smettere di guardarsi attorno. Uno dei prodotti di ultima generazione in tema di realtà aumentata sono i Google Glass. Anche la realtà aumentata ha utilizzi nella scienza: si pensi a VeinViewer, un dispositivo ad uso medico che proietta le immagini delle vene di un paziente sulla pelle, con lo scopo di aiutare i dottori a trovare il luogo in cui fare l’iniezione.
In sostanza, la realtà aumentata è pensata e progettata per mantenere l’utente connesso nel mondo reale. Al contrario, la realtà virtuale è progettata per immergere l’utente in un mondo completamente virtuale, ricostruito ad arte grazie all’uso della grafica e nel quale l’utente può muoversi, può toccare, udire suoni e parlare, insomma un’interazione a 360 gradi (manca solamente il gusto, anche se ci si sta lavorando) in un mondo inventato.