Simulazioni VR e AR per gestire lo stress: la ricerca innovativa di Carnegie Mellon

Vrmmp Desk

Affrontare situazioni stressanti – come parlare in pubblico, partecipare a eventi affollati o confrontarsi con una persona cara – non è sempre facile. Oltre al supporto di amici e terapeuti, la pratica costante è fondamentale per sviluppare strategie di coping. Un team di ricerca della Carnegie Mellon University, guidato da Anna Fang, ha dato vita a un progetto che sfrutta la realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR) per creare ambienti immersivi dove esercitarsi nel gestire l’ansia quotidiana.

Simulazioni VR e AR per gestire lo stress

Un approccio immersivo alla terapia dell’esposizione

L’idea alla base di questo studio è riprendere la tradizionale terapia dell’esposizione e renderla accessibile grazie a visori VR/AR. Gli utenti indossano occhiali smart e si trovano trasportati in scenari realistici: un’aula piena di avatar, una sala affollata o un soggiorno virtuale per simulare discussioni personali. Qui è possibile mettere in pratica tecniche di respirazione e auto‑calma, proprio come in uno studio terapeutico, ma con il vantaggio di ripetere l’esercizio in qualsiasi momento.


Tre scenari per tre tipi di stress

I ricercatori hanno individuato tre contesti che generano maggior ansia nella vita quotidiana:

  1. Parlare in pubblico: un podio virtuale con platea di avatar più o meno interattivi.
  2. Eventi sociali affollati: una festa o un meeting VR dove muoversi tra gruppi di persone.
  3. Conflitti interpersonali: una stanza virtuale per esercitarsi a esprimere le proprie emozioni con un partner digitale.

Per ciascuno scenario sono stati creati otto prototipi, combinando vari livelli di interazione – testi, avatar silenziosi o che conversano tramite modelli linguistici avanzati – e implementando popup per esercizi guidati di respirazione.


Risultati e feedback dagli utenti

Il test coinvolto 19 partecipanti, che hanno mostrato un’ampia approvazione per le simulazioni immersive. I punti di forza evidenziati sono stati:

  • Realismo dell’esperienza: molti hanno percepito le situazioni come estremamente vicine alla realtà.
  • Autonomia nell’apprendimento: poter scegliere quando e come ricevere suggerimenti dal sistema.
  • Flessibilità d’uso: il desiderio di usare i visori in diversi ambienti fisici, per contestualizzare l’allenamento (ad esempio in aula o in salotto).

Gli utenti hanno apprezzato la possibilità di attivare manualmente gli esercizi di rilassamento tramite un semplice comando sul controller, sentendosi più coinvolti e responsabili del proprio percorso di gestione dello stress.


Prossimi sviluppi: versatilità e personalizzazione

Anna Fang e il suo team stanno lavorando a una release ad alta fedeltà da pubblicare sugli store digitali. Le principali migliorie in arrivo includono:

  • Avatar più realistici: espressioni facciali e movimenti del corpo per simulare emozioni con maggiore fedeltà.
  • Testo‑to‑voice avanzato: voci naturali capaci di adattare tono e intensità al contesto stressante.
  • Nuove strategie di self‑care: oltre alla respirazione, tecniche di body‑scanning, radicamento e rilassamento muscolare progressivo.

Grazie a queste funzionalità, ogni persona potrà sperimentare in un ambiente virtuale le pratiche più efficaci per sé, per poi trasferirle con sicurezza nella vita di tutti i giorni.


Impatto e prospettive

Questa ricerca conferma il potenziale di VR e AR per il benessere mentale, offrendo uno strumento pratico e accessibile per sviluppare competenze di gestione dello stress. Con la diffusione di dispositivi sempre più portatili e semplici da usare, l’allenamento immersivo potrebbe diventare parte integrante di programmi di self‑help, training aziendali e percorsi terapeutici.

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