Realtà virtuale a scuola, che cos’è e qual è la sua utilità

Vrmmp Desk

La realtà virtuale scuola che cos’è? E quale mai può essere la sua utilità?

Prepariamoci a vedere rivoluzionato il mondo della scuola. Finalmente. E diciamo finalmente perché in Italia, come noto, fra le moderne democrazie occidentali, e non solo, quanto a tecnologia e insegnamenti di materie scientifiche, siamo tranquillamente agli ultimi posti.

Siccome oggigiorno i posti di lavoro più qualificati e più remunerativi, oltre ai più richiesti, implicano conoscenze scientifiche e di carattere tecnologico sempre più avanzate, è giusto che nelle nostre scuole entrino anche modalità di apprendimento innovative.

Si parla questa volta di realtà virtuale, una specie di realtà simulata, per usare un ossimoro. Una realtà non troppo realtà, insomma. La finzione è così realistica da far sembrare che stiamo vivendo una scena vera, e invece si tratta sempre di finzione. Fatta benissimo, ma finzione. La navigazione in ambienti fotorealistici in tempo reale, anche interagendo con oggetti e presenze nei luoghi visitati, diviene col passare del tempo sempre più perfezionata.

Addirittura, oltre alla vista e all’udito, gli ambiti percettivi aumentano coinvolgendo anche altri sensi, come il tatto e l’olfatto. Le realtà virtuali più avanzate offrono all’utilizzatore la possibilità di toccare e di sentire odori. Ma adesso la realtà virtuale arriva a scuola. E con essa gli studenti possono vivere in maniera estremamente realistica il mondo dell’anatomia, dei viaggi interplanetari, possono muoversi all’interno di un paesaggio di un quadro.

Tutto questo è possibile attraverso un oculus rift, una specie di visore avveniristico dove si possono vivere, contemporaneamente, una miriade di sensazioni. Si tratta di un coinvolgimento pressoché totale in un sistema, un apprendimento a tutto tondo che tende a lasciar fuori il meno possibile ogni elemento che contiene l’informazione o il percorso, o quella determinata cosa da insegnare.

Spiega a Startup Italia il dirigente scolastico Salvatore Giuliano: “Ci sono i contenuti open source che sono gratuiti; poi sul web si trovano anche delle demo free, altrimenti si devono pagare. C’è infine una terza via: quella di cominciare a produrli in autonomia. Ovviamente servono delle particolari tecniche di video making, non è semplicissimo: si fotografa una stanza e si crea una matrice con milioni di punti, che viene poi trasformata nella stanza virtuale. In questo modo, alla fine, si avrà la stanza reale in ambiente virtuale”.

Insomma un modo nuovo e intelligente di fare scuola e di aumentare le conoscenze tecnologiche, avvalendosi proprio di esse per insegnare materie le più varie, da quelle umanistiche a quelle scientifiche. Una salda base per l’insegnamento del futuro.

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