Contro la Buona Scuola di Renzi il comparto dei docenti, di ruolo e precari, del personale Ata, dei genitori e degli alunni hanno scioperato martedì 5 maggio.
Centomila i manifestanti a Roma, trentacinquemila in corteo a Milano, 25 mila a Bari, 20 mila a Cagliari, Torino ha visto sfilare tra le strade diecimila manifestanti.
Catania, Aosta, Bologna e tante altre città italiane hanno appoggiato la protesta contro la Riforma della scuola, voluta da Renzi motivata come assunzione di precari. Concordi tutte le sigle sindacali per dire no al disegno di legge.
Il ministro Giannini ha commentato lo sciopero e le adesioni, dicendo che nel massimo rispetto del principio di sciopero, il governo continuerà sulla sua strada. Il precariato arriva al 18%. Il ddl vuole far diminuire questo dato e riportarlo entro il 2,5%.
Come riportato dalla fonte, Il premier Matteo Renzi difende il ddl parlando di cifre stanziate nella scuola, circa 3 mld di euro. Aggiunge poi che è aperto al dialogo con chi ha fischiato contro di lui anche a Bologna.
E poi ancora sulla scuola spiega di voler applicare il modello di formazione del Sudtirolo poiché in Alto Adige la disoccupazione è un quarto di quella nazionale. Precisa anche di voler puntare sull’alternanza scuola-lavoro.
Ma quanti hanno aderito allo sciopero del 5 maggio? 618.066 gli aderenti allo sciopero, considerando un milione di dipendenti. Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha diffuso queste cifre sullo sciopero del 5 maggio. La cifra è pari al 64,89%. Ma veniamo alla cifra che interessa di più. I docenti scioperando hanno scelto di voler vedere sottratto dal proprio stipendio una cifra consistente.
Il totale delle trattenute effettuate sullo stipendio per lo sciopero del 5 maggio è stato di 42.331.340 euro.