Quando parliamo di realtà virtuale, facciamo riferimento ad una simulazione della realtà che coinvolge i sensi umani, e che è resa visibile per mezzo di appositi strumenti tecnici da indossare.
La realtà virtuale è stato un grande passo nella ricerca tecnologica. Essa permette di creare una sorta di mondo ‘virtuale’, appunto, ma estremamente simile e plausibile rispetto a quello reale. Per poter vedere questa realtà bisogna indossare un apposito visore che permette di trovarsi immersi, anche dal punto di vista sensoriale, in un mondo che non esiste. Una tecnologia che ha avuto un grande impatto sulla vita di tutti i giorni e che ha mille usi: dal gioco e dal divertimento fino alla riabilitazione di persone che hanno problemi fisici o psichici, fino alla medicina.
La realtà virtuale ha avuto un ruolo importante nell’evoluzione della scienza e della pratica medica. Nel settore della salute, la realtà virtuale ha permesso di fare dei veri e propri passi da gigante. Nel settore medico si usano tutti e due i tipi di realtà virtuale, quella immersiva (nella quale è possibile immergersi con tutti i sensi, anche con il tatto, la vista, l’udito) e quella non immersiva, che aumenta la realtà visibile integrandola di informazioni (per esempio, indossando un visore un medico può leggere tutte le informazioni sul paziente che si trova di fronte nel corso dell’operazione, senza distrarsi dalla stessa).
La realtà virtuale nella medicina viene usata soprattutto nella chirurgia operatoria, nella terapia di riabilitazione, nella formazione del personale. Per esempio nella chirurgia, la realtà virtuale ha permesso – per mezzo di dispositivi testati da Philips – di migliorare operazioni delicate come quelle che riguardano il cranio o la colonna vertebrale. Questo sistema aiuta a rendere minima la perdita di sangue e a diminuire la possibilità di danni ai tessuti molli. In Norvegia, una tecnologia detta HoloLens ha permesso di visualizzare, su un fegato, tutte le parti ‘malate’ sulle quali era necessario intervenire.
Ma nell’ambito medico, la realtà virtuale ha fatto grandi passi anche per la riabilitazione di persone debilitate fisicamente e di bambini autistici. La simulazione della realtà (realtà virtuale immersiva) permette ai pazienti autistici di relazionarsi fisicamente in una realtà ‘protetta’, testando così la loro capacità sociale in un ambiente sicuro e senza pericolo di traumi.
Ma la realtà virtuale ha reso possibile anche intervenire sulla vita quotidiana, per migliorarla. Per esempio, si pensi al caso del paziente affetto da ansia che venga proiettato in una realtà virtuale di un certo tipo per fare training autogeno e rilassarsi.
Per quanto concerne la riabilitazione cognitiva, sembra che la realtà virtuale possa aiutare a rallentare il deterioramento cognitivo lieve negli anziani. Si tratta di un progetto che vuole mirare a potenziare la memoria delle persone anziane, usando la realtà virtuale, e dimostrandosi una maniera nuova ed efficiente di relazionarsi con problematiche che interessano sempre più persone nella popolazione mondiale. Non dimenticando poi l’importanza che la realtà virtuale riveste nella formazione del personale medico, per esercitazioni di chirurgia senza pericolo per il paziente.