Meta trasforma immagini in ambienti 3D VR: ecco come funziona l’innovazione AI di Reality Labs

Vrmmp Desk

Immagina di poter trasformare una semplice fotografia in un ambiente 3D esplorabile con un visore VR come Meta Quest. Sembra fantascienza, ma è esattamente quello su cui stanno lavorando i ricercatori di Reality Labs di Meta a Zurigo.

Grazie all’intelligenza artificiale generativa, il team ha sviluppato un approccio innovativo che permette di creare scene immersive in realtà virtuale partendo da una singola immagine. Una rivoluzione che potrebbe ridefinire il modo in cui progettiamo ambienti virtuali, rendendoli accessibili con un input minimo.

Meta trasforma immagini in ambienti 3D VR

Da un’immagine statica a un mondo VR immersivo

Secondo il paper pubblicato recentemente dai ricercatori, gli attuali modelli di AI sono in grado di generare brevi video o animazioni partendo da immagini statiche. Tuttavia, generare ambienti completamente navigabili in 3D rimane una sfida, a causa della complessità e dell’ambiguità intrinseca del compito.

La novità proposta dal team è una pipeline ottimizzata che supera gli approcci esistenti in termini di qualità visiva, semplicità di addestramento e compatibilità con i modelli generativi già disponibili.

Come funziona la tecnologia sviluppata da Meta

Il processo si articola in due fasi principali:

  1. Generazione panoramica: a partire da una singola immagine, viene creato un panorama coerente utilizzando un modello di diffusione già preaddestrato.
  2. Ricostruzione 3D: il panorama viene poi “sollevato” in tre dimensioni grazie a un sistema di stima della profondità metrica.

Infine, per completare l’ambiente, le aree non visibili nell’immagine originale vengono riempite tramite un processo di inpainting condizionato, utilizzando nuvole di punti renderizzate. Il risultato finale è un ambiente 3D ottenuto tramite splatting gaussiano, esplorabile in realtà virtuale all’interno di uno spazio di circa 2 metri.

Input flessibili: immagini, foto e descrizioni testuali

Una delle caratteristiche più interessanti della tecnologia è la flessibilità dell’input: non solo immagini sintetiche o fotografie reali, ma anche descrizioni testuali possono essere utilizzate per generare ambienti virtuali coerenti e immersivi.

Questa funzione apre possibilità straordinarie, ad esempio per architetti, creatori di contenuti VR o semplici utenti che vogliono personalizzare il proprio spazio virtuale con un semplice prompt.

Limitazioni attuali e prospettive future

Nonostante i risultati promettenti, il team di ricerca ha evidenziato alcune limitazioni tecniche da superare:

  • Area limitata: al momento l’ambiente generato è esplorabile solo entro una superficie di circa 2 metri, oltre la quale la complessità computazionale cresce notevolmente.
  • Nessuna generazione in tempo reale: il processo di creazione non è ancora adatto a un uso dinamico o istantaneo. Tuttavia, una volta creato l’ambiente, questo può essere navigato in tempo reale con visori VR.

Quando arriverà su Meta Quest?

Al momento non ci sono tempistiche ufficiali sull’integrazione di questa tecnologia nei prodotti Meta, come Quest 3 o futuri visori VR. Tuttavia, vista la maturità della pipeline e l’interesse crescente verso l’AI generativa applicata alla realtà aumentata e virtuale, il passo verso la commercializzazione non sembra lontano.


Conclusione: l’AI generativa di Meta potrebbe rivoluzionare la realtà virtuale

Con questa nuova tecnologia, Meta si posiziona all’avanguardia nella creazione automatica di ambienti 3D. La possibilità di generare mondi virtuali realistici da una singola immagine o descrizione rappresenta un grande passo avanti per la creatività in VR, e potrebbe aprire la strada a nuove applicazioni nei settori dell’intrattenimento, del design e dell’educazione.

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