Un team di ricercatori dell’Università della California, Berkeley e dell’Università di Washington ha messo a punto un innovativo apparecchio ottico‑laser in grado di far percepire ai volontari una sfumatura di blu‑verde totalmente nuova, battezzata “Olo”. Questo esperimento, pubblicato su Science Advances, apre scenari inediti per la ricerca sulla percezione dei colori e sul daltonismo.

Cos’è “Olo” e come si crea in laboratorio
- Stimolazione selettiva dei coni M: utilizzando impulsi laser calibrati, il dispositivo soprannominato “Oz” colpisce unicamente i coni sensibili al verde (M) senza attivare quelli blu (S) o rossi (L).
- Segnale cromatico unico: il cervello riceve un input mai sperimentato in natura, traducendolo in una sensazione di colore “così intenso da non somigliare ad alcuna tonalità naturale”.
“È come vedere un rosa pastello per tutta la vita, poi un’immersione in un rosso mai visto prima”, spiega il Prof. Ren Ng, co‑autore dello studio, intervistato su BBC Radio 4.
Svolgimento dell’esperimento
- Volontari: cinque partecipanti con visione normale (quattro uomini, una donna), di cui tre coautori dello studio.
- Procedura: un laser è stato inviato nella pupilla e riflesso su specchi e lenti interne per colpire esclusivamente i coni M.
- Rilevazione: i partecipanti hanno quindi selezionato su un dispositivo di calibrazione la tonalità che più somigliava al colore percepito, definendo così “Olo”.
Implicazioni per il daltonismo
Gli scienziati puntano oggi a sfruttare questa tecnica per:
- Sviluppare terapie visive capaci di compensare malfunzionamenti dei coni.
- Progettare test diagnostici in grado di valutare la sensibilità cromatica con maggior precisione.
- Creare display e occhiali che riproducano tonalità personalizzate per chi soffre di difficoltà nella discriminazione dei colori.
Il dibattito tra gli esperti
- George Barbur (St George’s University): l’abilità tecnica di stimolare singoli coni è lodevole, ma definire “Olo” un colore effettivamente “nuovo” resta un’interpretazione soggettiva.
- Prospettive future: la ricerca continuerà a verificare se “Olo” sia un caso isolato o l’inizio di una gamma di tonalità non naturali.
Con “Olo”, la scienza avanza verso una comprensione più profonda della retina umana e della psicologia della visione, gettando le basi per soluzioni all’avanguardia nel trattamento del daltonismo e per nuove frontiere in ottica e realtà aumentata.